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Buona sera e buona domenica a tutti!

Quante volte le persone si pentono per aver dato troppo? E quante volte invece si recrimina di aver dato troppo poco? Vi è mai capitato talvolta di chiedervi, o di non riuscire a capire, quale fosse la “giusta misura” per voi? In base a cosa, o a chi, possiamo ridimensionare il nostro dare e perchè dobbiamo farlo? E’ proprio così indispensabile?

Bene, al momento ritengo che le domande a cui dare una risposta siano sufficienti e voglio partire col rispondere proprio all’ultima domanda: è indispensabile saper dosare? SI. E non voglio solamente limitarmi ad un sì secco. Saper dosare è di vitale importanza se abbiamo intrapreso un cammino di consapevolezza. Direi quasi che saper dosare è la chiave, in quanto ci permette di discernere il tipo di situazioni che abbiamo di fronte e, in seguito di mettere a frutto la nostra azione nel modo più consono a ciò che abbiamo capito. Saper dosare ci permette di dedicarci a ciò che è necessario con l’appropriato sforzo; appropriato nel senso di bastante, sufficiente per fare tutto ciò che è necessario in quel momento per noi. E anche sufficiente per mantenerci pronti per passare ai passi successivi. Insomma, il fatto di saper dosare parrebbe molto lungimirante…

Tuttavia, anche se ho utilizzato parole e concetti molto semplici, non sembrerebbe poi così semplice mettere in pratica tutto ciò, vista la carrellata di domande, dubbi e lamentele con le quali ho spesso a che fare e che derivano tutti dal non saper o sapersi dosare. Eh già, perchè non solo dobbiamo dosare le nostre energie, ma anche il dono che facciamo di noi stessi! Dobbiamo, e ci dobbiamo, saper dosare i nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre emozioni (questo davvero importante!), i nostri impulsi, il nostro agire e il nostro modo di donarci nei confronti degli altri. Altrimenti potremmo trovarci di fronte a furti, e non solo d’identità! Dobbiamo, perchè non possiamo permetterci di sprecarci con tutti, e/o di sprecare il nostro operato con tutti; ne verrebbe meno la nostra missione… Insomma anche Gesù ai suoi tempi non era per tutti! A tal proposito, penso ad esempio alle persone molto generose che danno tanto e tutto e che, spesso non pretendono nulla in cambio, ma che poi vengono letteralmente depauperate oppure incontrano approfittatori di vario genere che spudoratamente fanno largo uso dell’energia dei primi, credendo che basti un meccanico grazie per aver la coscienza a posto. E queste persone generose, così facendo, non sanno (o non vogliono sapere) che si stanno dando in pasto a persone inconsapevoli per le quali tutta l’energia “fa brodo”. La persona estremamente generosa, allora, cosa dovrebbe fare per proteggersi da chi da essa riceve tanto e proprio per questo è stata abituata a chiedere ancora di più?

Con il proprio agire ciascuno educa gli altri a come vorrebbe essere trattato, e su questo non ci piove, eppure può risultare per certi versi limitante! Perciò, come si può fare per non rinunciare alla propria natura e purtuttavia non lasciarsi deviare da chi ci sta attorno? Tornando all’esempio di poc’anzi, la persona generosa dovrebbe prendere atto di discernere la situazione di quando è opportuno essere generosi e non dare libero sfogo a questa propria caratteristica in ogni circostanza che gli si presenta, anche (e soprattutto) quando ciò implica scontrarsi con o perlomeno non accondiscendere alle esigenze degli altri, siano essi amici, datori di lavoro, clienti, genitori, e chi più ne ha più ne metta! Se dò sempre in prestito i miei libri sino a ritrovarmi costantemente con metà scaffale della libreria vuoto (perchè sono talmente liberale da lasciar decidere alle persone alle quali li ho prestati anche il momento in cui restituirmeli), ok, avrò fatto un favore a molti e dato a tanti opportunità di conoscenza o di svago, ma se all’occorrenza mi serve un libro che potrebbe fare la differenza e che al momento ho prestato (tipo da 5 anni) e che non posso comprare perchè magari mi ritrovo al verde, o che è esaurito in biblioteca, come farò? Sarò vittima della mia incapacità di sape dosare. E dovrò imparare da quello! Cosa dovrò imparare?

Dovrò imparare a saper dire di no. Perchè dire di no, è sempre un no verso qualcosa per un sì che va in un’altra direzione, più consapevole. Dovrò imparare a riconoscere la Verità: chi ha realmente bisogno del mio aiuto e in quel momento il mio intervento generoso è un bene o un male (per me e per l’altro?). Spesso agiamo perchè spinti da una forza liberatoria che offusca la nostra vista; chi è generoso di natura spesso si sente più espanso dall’aver donato, perchè rappresenta in un certo senso un momento di realizzazione. Eppure, molte volte si tratta di un bisogno egoistico di donare per sentirsi utili a qualcuno, bisogno che potrebbe venire comunque espresso arrecando un beneficio per l’altro nel caso sia davvero opportuno, ma se per l’altro ciò costituisce un pretesto per non guardarsi dentro o per “non fare fatica” allora non va bene. Se io ti presto dieci libri perchè sei mio amico e mi dici che al momento ti servono quei volumi e non hai soldi per comprarli, viene da sè che posso prestarteli. Ma se quei soldi che dici di non avere li usi per farti del male o li sperperi per capricci personali (magari per comprarti le sigarette o per andare in discoteca, per sfizi che non ti servono, ma che vorresti avere per semplici desideri del momento), allora non va bene, ed è dovere di chi presta assicurarsi che la persona abbia realmente bisogno di ciò che chiede, altrimenti è come se concorresse all’inconsapevolezza collettiva e dilagante!

Eppure, talvolta non si riesce a capire fino in fondo come stanno le cose e quasi sempre una persona si fida della propria natura e si dona in buona fede… Male per lei, perchè quella attuale non è più la società in cui occorre la buona fede! La nostra società se la mangia la buona fede, se la divora assieme a tutte le buone fedi possibili, tanto da estinguerla. Come ci si può dunque liberare dalle fregature? Beh, diciamo che nessuno è così furbo da liberarsi da tutte le fregature di questo mondo, altrimenti saremmo degli illuminati. Però si può limitare il numero delle fregature, imparando da quelle già prese. Ponendo dei limiti a se stessi e soprattutto agli altri. Limiti che rappresentano dei vincoli virtuosi, e non delle gabbie in cui imprigionarsi e castrarsi. Limiti che deviano l’individuo verso mete di più ampio respiro e più grandi, in funzione delle piccole azioni quotidiane.

Inutile dire che lo stesso discorso vale anche per chi si dona troppo poco… La misura che decide il COME donarsi e il SAPERSI DONARE è proprio data dal cuore, e da quel sentire interiore che, unito all’esperienza unica di ciascuno, lo conduce verso la realizzazione migliore possibile per la propria missione. Dobbiamo pertanto educare il nostro sentire e renderlo puro dalle interferenze di tutti i condizionamenti ricevuti, per poter sentire il più possibile senza filtri. O quasi…

Perchè saper donare e saperci donare è un dono, che prima di tutto e di tutti, dobbiamo concedere a noi stessi! E nel momento in cui faremo la cosa giusta, nel modo giusto lo sentiremo, tramite pace e appagamento. Nulla più. Lo sapremo, senza alcun bisogno di conferma, perchè la conferma sarà già all’interno e non ne avremo più bisogno.

Alla prossima!