Buongiorno a tutti!
rieccomi qui oggi a trattare di un “problema” che molto spesso ho riscontrato e quotidianamente riscontro nel mondo in cui vivo: la fregatura. Dicasi fregatura quell’atto spregevole da parte di qualcuno che inganna qualcun’altro in funzione dei propri interessi personali. La sensazione di essere stati “fregati” si riassume nel sentirsi essersi presi in giro, ingannati, e nell’aver perso effettivamente qualcosa di concreto. In effetti ciò che anche il dizionario riconosce essere prerogativa di questo modo molto discutibile di agire è proprio il DANNO. Quando c’è una fregatura c’è sempre un danno che una persona perpetra nei confronti di un’altra e una perdita da parte di una delle parti che entrano in conflitto. Di conseguenza, anche l’ago della bilancia si sposterà segnando una cifra ingiusta e disequilibrata in favore di chi con la propria azione, lo ha attivato. Quando si parla di fregatura, in sostanza si ha a che fare con un imbroglio. Imbrogliare, già, ovvero complicare le cose e organizzarle in una trama talmente complicata e della quale solo il fautore è a conoscenza, che la sua vittima ne resta impigliata, imbrigliata, imbrogliata appunto! E ne resta intrappolata come nella tela di un ragno (qui il Signore degli Anelli ne dà una più che eloquente rappresentazione, con la scena dell’intrappolamento di Frodo ad opera della Ragna Shelob). A parte questa digressione, il sentimento e le sensazioni che la fregatura porta con sé non sono di certo piacevoli. Ecco perché la maggior parte delle persone che hanno sperimentato quegli stati d’animo generati a seguito di una fregatura, se ne vogliono sbarazzare. Le persone allora, dopo la prima fregatura credono di dover imparare a stare più attente, a fidarsi di meno, a tenere gli occhi ben aperti ed osservare il mondo attorno a sé come se avessero degli stuzzicadenti negli occhi. Imparano a ragionare nei termini della diffidenza secondo cui “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, imparano ad esercitare un maggiore controllo sulla realtà circostante, o perlomeno sviluppano questa pretesa. Oltre a ciò sviluppano anche molte pretese interne, prima fra tutte quella che s’illude di queste parole: “d’ora in poi non sarà più così!”, salvo poi che arrivi un altro imbroglio! Insomma le persone che sono state “fregate” imparano a difendersi dal ripetersi di una simile esperienza nel modo forse più sbagliato, ovvero quello di negarsi di essere sé stesse!
Cosa intendo dire con questa frase? Ma è semplice! A seguito di questi sentimenti che la fregatura porta con sé in chi la subisce, il soggetto che li sperimenta è portato per lo più a voler evitare quell’esperienza che a comprenderla in senso evolutivo per sé stesso. Con ciò intendo dire che sono poche le persone riflettono sul perché è capitato loro quell’esperienza e sul significato della stessa! E quei pochi che vi riflettono, adottano un atteggiamento di rifiuto della stessa, senza accoglierla ma con l’intento di sbarazzarsene negandola; e con essa negano anche la posizione da essi presa nel corso di ciò che è accaduto. Ora, cercate di capire: con questo non mi riferisco al fatto che la persona deve andare a cercarsi la fregatura. Voglio solo trasmettere che secondo me occorre pensarla in maniera diversa! Se la fregatura è all’ordine del giorno, o comunque ricorre con una certa frequenza, diventa necessario riflettere sul perché ciò accade. Infatti ciò che si ripete è perché non è stato compreso… Di conseguenza si ripresenta ripetutamente per darci un segno ed indicarci che c’è qualcosa a cui occorre porre attenzione. E far finta di guardare altrove quando il problema è sotto i nostri occhi (magari mascherato, ma pur sempre sotto i nostri occhi), forse non è proprio la soluzione migliore! Tuttavia non sono qui per trattare le possibili soluzioni alla fregatura, dato che ogni tipo di fregatura ha la funzione di farci capire qualcosa che si trova all’interno dell’Universo personale di ciascuno, ammesso che questi “ciascuno” vogliano vedere quel qualcosa e comprenderlo… Ma comunque comprendere qualcosa non significa negare sé stessi, non significa rifiutarsi e nemmeno non volersi più a causa di come si ha agìto! Comprendere qualcosa significa smascherare la cosa per poi vederla ed accettarla, avere il coraggio di sentirla per ciò che é… E invece spesso si sceglie di andare dietro al mondo, di negare sé stessi e di sottomettersi così davvero alla fregatura, piegando il proprio modo di pensare alla negatività di quell’esperienza ma soprattutto alla paura che la stessa si ripresenti. Non è forse così?
Nel titolo ho scritto smascherare la fregatura e non sbarazzarsi di essa. Questo perché il primo passo è riconoscere che c’è qualcosa che non va. Ed essendo questo il punto di partenza è un qualcosa di imprescindibile per tutti i passi successivi che accompagnano la risoluzione del problema e l’elaborazione di una nuova visione. Smascherare la fregatura ha a che fare con l’abilità o la capacità di vedere la presenza di qualcosa che non va, già nel momento in cui esso si presenta. Ecco cosa intendo con smascherare la fregatura! Intendo essere in possesso di quella prontezza nel riconoscere una fregatura, da ciò che non lo è! Si, ma come si fa?
Tutti sappiamo che per essere pronti ed attivi durante una partita importante occorre fare un sacco di allenamenti, e più tosti sono gli allenamenti, più saremo preparati a quello che ci attende nel verdetto finale. Ecco, per smascherare la fregatura occorre un po’ allenarsi prima. L’allenamento in questo caso avrà come oggetto il lavoro sul sentire. Avete proprio capito bene: si tratta di un allenamento delle proprie percezioni, sensazioni e stati d’animo. Uniti ovviamente a degli accorgimenti un po’ più profani riguardo al mondo che ci circonda. Un esempio? Vi trovate ad un colloquio di lavoro e il vostro futuro datore di lavoro sottopone alla vostra firma una specie di contratto. Voi decidete di leggerlo con calma, mentre lui pretende che lo firmiate subito. La sua fretta potrebbe essere un piccolo indizio esterno che potrebbe farvi chiedere il perché abbia tanta fretta di volere la vostra firma! D’altronde siete voi che firmate; non avete forse diritto ad avere le informazioni che regolano il vostro lavoro? Tuttavia, sempre in questo caso l’aspetto principe (stavolta interiore, che riguarda il sentito) da prendere in considerazione è costituito dal vostro stato d’animo. Come vi sentite a fronte di quella pressione a cui vi sottopone quella persona? Siete sereni o vi sentite a disagio? Un vero e sincero sentire personale è collegato alla nostra intuizione più profonda, a quella parte che SA, senza bisogno di spendere ulteriore tempo in elucubrazioni mentali. Quella parte che SA, a prescindere… E che pertanto non ha bisogno di conferme!
Nell’epoca di Internet forse smascherare una fregatura può risultare più facile. Questo perché le informazioni che circolano in merito a truffe e quant’altro sono una marea e un’altrettanta marea sono le opinioni in tempo reale di chi ha vissuto quelle esperienze e le condivide in dettaglio. Un po’ come a dire: se hai delle testimonianze che una certa cosa fa male perché ha causato morti e feriti, forse non c’è bisogno che tu la sperimenti per comprenderne l’efficacia! Questo per dire che certe fregature si possono evitare, se si sa come fare, ma soprattutto se si vive con presenza! Essere presenti significa soprattutto dar spazio all’ascolto dei propri stati d’animo, da ciò che si produce al proprio interno. Pertanto mi trovo qui a sostenere un altro punto di vista, ovvero che alcune fregature si possono smascherare e quindi evitare! Se con ciò che è già avvenuto non possiamo che riflettere ed elaborare l’esperienza, è anche vero che poi da quell’esperienza possiamo imparare a sentire ciò che ci circonda e ad ascoltare le risposte già presenti attorno a noi. Certe esperienze sono inevitabili, e per questo è DOVERE di chi le sperimenta comprenderne il significato. Ma altre esperienze costituiscono sono il riflesso di ciò che abbiamo imparato; insomma rappresentano un po’ la prova del nove che la vita ci propone per promuoverci (se abbiamo capito e se quindi lo meritiamo) alla classe successiva.
Pertanto smascherare qualcosa che non va a che fare con una certa dose di conoscenza, di preparazione, ma anche con la nostra presenza, la nostra prontezza nel riconoscere ciò che abbiamo elaborato e compreso, col sentire davvero ciò che quell’esperienza vuol comunicarci, col sentire davvero gli elementi di cui quell’esperienza si compone… E AGIRE IN CONSEGUENZA DI QUESTO, IN ACCORDO CON TUTTO QUESTO!
Alla prossima!