Buongiorno a tutti….
reduce dal bombardamento non solo telematico, mediatico, giornalistico, ma MONDIALE, che da sempre mi sfinisce in questo periodo, mi sento di riflettere sul tema delle vacanze. Praticamente ogni momento dell’anno è buono per prendere la Vacanza o meglio il concetto di Vacanza (figurarsi nel periodo vero e proprio delle VACANZEEEE), come pretesto per sviare le persone dalla propria quotidianità (con tutto ciò che essa porta con sé) e de-viarne il pensiero verso altri lidi, altre mete spensierate che li allontanino sempre più dalla loro coscienza e li avvicinino al business, rendendoli consumatori/clienti/turisti, nel vero senso della parola. Questo è l’aspetto che personalmente mi preoccupa e mi fa desistere dal percepire nelle Vacanze qualcosa di buono: si sa, la sòla è dietro l’angolo, soprattutto quando meno te lo aspetti! Eppure come non considerare anche gli aspetti positivi? Perché dovranno pur esserci… Già, anche se in proporzione risultano davvero esigui, va ricordato che le cose non sono sempre uguali per tutti e che comunque per certi soggetti la Vacanza può rivelarsi benefica, in certi contesti… Resta da verificare quai e per chi, di preciso!
Ad ogni modo, è con queste premesse che mi/ vi chiedo adesso, cosa significa per voi vacanza? Cosa rappresenta, e come mai oggigiorno la maggior parte delle persone non può letteralmente farne a meno? Perché le cosiddetta vacanze o ferie sono divenute un must have, irrinunciabile quanto agognato con una voglia malsana ed irrefrenabile di una insensatezza da branco!? Parlo in questo modo per sferrare una bella critica a questo fenomeno che risale alla notte dei tempi e che sinceramente non mi è mai appartenuto. Non so se per impossibilità o per invidia, o per precoce intuizione…insomma non so il perché, ma in effetti (può darsi che sia l’insieme di tutto questo) mi ha portato nel tempo a provare quasi avversione nei confronti di questo fenomeno… Un po’ come se alla parola vacanza risuonasse nella mia testa il seguente pensiero: resta l’inconsapevole schiavo per 300 giorni l’anno, ma in quei 15 giorni di vacanza sentiti il dio che mai sei e mai potrai essere, in questa società, poi, una volta finito questo barlume di illusione, ritornatene a dormire nella tua quotidianità e rimetti la tua anima nella bara, di modo che se ne stia zitta e buona e non disturbi!
Quando andavo a scuola ricordo di aver benedetto le vacanze solo durante un periodo (le medie), perché mi portavano lontano dalle mie lotte quotidiane con compagni di classe che detestavo e che mi detestavano…. allora le vacanze giungevano come un momento liberatorio dall’inferno giornaliero che permettevo agli altri di farmi vivere… ma allora erano altri tempi… allora le vacanze erano una fuga, più che un divertimento! Però se lo riconduciamo ai giorni nostri, per quanti le vacanze restano una fuga dalla quotidianità? Un mettere a tacere la nostra vita, la nostra realtà che ci fa da specchio a ciò che siamo? Perché questo occultamento? Le risposte vanno dal non voler vedere, al non essere pronti a farlo e ad agire… ma alcune risposte possono anche aver a che fare con la voglia di comodità, di fare il minimo sforzo, o meglio di non fare affatto sforzi! E così via…
Non ho mai desiderato ardentemente di andare in vacanza… anche se a fronte di scarse possibilità economiche e di altro genere i miei genitori mi spingevano a fare “almeno io” queste benedette vacanze, io non ne sentivo l’esigenza. Ricordo che un anno mi mandarono in una specie di colonia: oddio, che snaturamento! Devo ammettere che il disagio che mi provocò quell’esperienza fu piuttosto consistente, ma non così forte da farmi perdere fiducia nella possibilità di fare un tipo di vacanza consapevole! L’esperienza della colonia la vidi come una forzatura, uno stare insieme insensato, con regole insensate, con un buonismo insensato e con regole altrettanto insensate! Eh si, perché un fattore non meno importante è anche CON CHI vai in vacanza, la tua compagnia insomma…
Nel corso del tempo, poi, il concetto di vacanza si è trasformato nella mia mente e nel mio sentito: le vacanze da uno spostamento fisico esterno sono diventate qualcosa di interno. Uno spostamento del pensiero, uno stato: lo stato interiore di vacanza, spensieratezza… eh volete mettere?! Ecco, forse questo fatto mi spinge a pensare che la frenesia delle vacanze/ferie sia perlopiù dovuta alla spasmodica ricerca di questo stato di benessere, di rilassatezza mentale…insomma di una specie di libertà… Sta di fatto che è diventata anche una bella moda, oltre che, per parecchi, una necessità (necessità sentita dalla macchina che racchiude l’essere, non dall’essere!): si sa che lo schiavo deve riposarsi per poi ritornare a fare lo schiavo e lavorare ancora più di prima! Insomma, sono molteplici i fattori da considerare nella nostra società… Turismo, vacanze, spostamenti, denaro, affari… tutto, anche qui circola all’interno del sistema monetizzato e quindi si specula pure sulla vacanza, sullo stato delle persone, rendiamoci conto!! Hai bisogno di rilassarti? Bene, paga sino a svenarti che ci pensiamo noi a rimetterti in sesto (si, e così vi rimettono in sesto tutto tranne il portafoglio!!). Poi per forza che la gente è SEMPRE stressata: se non è per il lavoro è per il denaro, se non è per il denaro è per qualcosa che si percepisce come mancanza… alla fine dei conti c’è sempre qualcosa, qualche strano motivo che spinge a pronunciare la fatidica frase: “Ah, avrei proprio bisogno di una vacanza!” Per poi, a vacanza finita, ritornarsene depressi e più frustrati di prima…
Ma è davvero necessaria la vacanza? E se si, è necessaria a chi? La pausa, le ferie, cos’altro sono diventate se non anche un contentino per i più di una vita insoddisfacente e rubata? Cos’altro sono diventate le vacanze se non una fuga superficiale che regala l’illusione di un cambiamento?! Addirittura mi è capitato di leggere fregnacce sovrumane del tipo: viaggiando fisicamente apporti cambiamenti anche a livello mentale! Semplicismi che fanno davvero rabbrividire!!! Come si può pensare che un cambiamento di un qualsiasi genere, ma sempre esteriore, sia fondamentale per cambiare all’interno?! Avviene semmai il contrario e a caro prezzo (ma stavolta i soldi non c’entrano!) Non sto parlando con moralismo altisonante, ma sto solo facendo una constatazione: i cambiamenti partono sempre dal profondo, mentre se qualcosa cambia all’esterno e noi di conseguenza ci lasciamo andare a questo vento e ci muoviamo come canne da esso piegate, beh allora non c’è davvero più speranza. Verremo portati alla deriva, e saremo cambiati da un cambiamento! Ne vale davvero la pena? C’è chi non esclude la possibilità che anche da questo ne possa derivare qualcosa di buono, magari uno spunto, un’illuminazione…. Io sinceramente nutro dei seri dubbi in merito, perché i VERI ed IMPORTANTI cambiamenti che ho vissuto nella mia vita e che sono stati più significativi sono sempre partiti dal profondo: o da un’osservazione che ha messo in connessione l’esterno con l’interno o da un mio dubbio sorto già da mo’…
Del resto non è possibile trovare all’esterno qualcosa che già non esista all’interno. Diciamo che l’esterno è una conferma, l’esterno è una manifestazione, una realizzazione, un riconoscimento di qualcosa di già avvenuto interiormente. Voi cosa ne pensate a tal proposito? Vi invito a riflettere per davvero su quanto vi ho appena scritto… sarei davvero curiosa di sapere cosa è avvenuto per voi.
E, ritornando al tema delle vacanze/ ferie, perché questo bombardamento anche dall’esterno, fatto di abitudini, sonno e ripetitività insensata? Perché siamo arrivati al punto di DOVER fare le vacanze? Oppure perché c’è una volontà malata di dover fare le vacanze? In effetti chi non va in vacanza (io perlomeno mi sono sempre sentita considerata in questo modo), viene considerato come un poveraccio sfigato che non ha la possibilità di ritagliarsi (o comprarsi??) uno spazio per sé, di divertirsi, già… proprio come fanno tutti…!!! Però da quando il conformismo è diventato VITA? Cosa è il conformismo se non la morte dell’Individuo?! Sveglia!!! Svegliamoci davvero!!! Perché c’è bisogno di vacanze, mentre a me non me ne frega nulla se le faccio o meno, perché sto bene comunque con le persone che ho scelto di avere al mio fianco?! Perché le vacanze spesso rappresentano l’ennesima proiezione all’esterno di bisogni e paranoie interiori?
La domanda è PERCHE’ ci votiamo costantemente ad una morte in vita? Di nuovo: si tratta della famosa comodità? Della sensazione di non sentirsi soli nella massa, perché si è massa (o meglio inglobati dalla massa tanto da non essere più nulla, di per sé)?! Il figlio di papà che è stressato dal lavoro imprenditoriale di prestare la propria immagine fashion potrà sentirsi stressato dai continui flash, sbronze, tiri di coca, festini… avrà bisogno delle vacanze, e che vacanze! Dovranno essere in grande stile e tra i posti più terricolamente rinomati! Tuttavia, questo è il prezzo che ha scelto di pagare per servire il Dio Soldo che in cambio gli regala fama e notorietà, facendo ubriacare e andare in overdose il suo ego. Dovrà pur mantenere questa immagine, parvenza agli occhi del mondo, altrimenti non esisterebbe… E va bene così, perché la sua figura inconsistente resta in piedi avvalorando l’illusione del mondo inconsistente… Ma colui che si fa certe domande, che vuole carpire il senso della vita, non può accontentarsi di questa insensatezza, non la può accettare! Deve chiedersi PERCHE’ le vacanze? Cosa me ne faccio con le vacanze in questo sistema di m….!?
Mi viene da pensare che oltre al contentino le vacanze siano anche un po’ di oblio che ci viene somministrato per dimenticarci del dolore della separazione da noi stessi… Dolore per la separazione dall’essenza più intima delle cose… E allora la vacanza diventa come un anestetico… E a questo punto ditemi voi, è possibile vivere sotto anestesia?! Come fai?! Cosa vivi?! Ma soprattutto, COME vivi?!
Che senso ha tutto questo?! Io non capisco davvero più nulla… perché il sistema ci ha davvero rincitrullito per bene….tanto da convincerci di dover fare a tutti i costi le vacanze. Si, vabbé, ma vacanze di cosa? Perché comunque lo Spirito non va mai in vacanza…
Alla prossima, ma comunque non vi augurerò le buone vacanze, se non piuttosto un BUON VIAGGIO A CHI E’ PARTITO, MA SOPRATTUTTO UN BUON RIENTRO NELLA PROPRIA CASA!