Il post di oggi è molto più insolito del solito, forse anche molto più “incazzoso” di quanto non lo sia stato il tanto amato e apprezzato articolo L’importanza di… DARSI IMPORTANZA, e addirittura più cattivo (e cioè veritiero) degli innumerevoli stralci in cui parlo dei vampiri energetici nei vari post (Vampiri alla riscossa, Il malfattore, Cosa è un ANGELO?, Perché ci chiediamo: PERCHE’?). Il post di oggi è dedicato a tutti gli zombie che abitano la nostra Terra: i morti viventi di oggi, ovvero coloro che fisicamente respirano, sopravvivono magari, ma i quali non hanno la minima idea di cosa sia la Vita, la Realtà con tutto ciò che la contraddistingue, valori inclusi!
Se avete letto almeno uno degli articoli appena citati in cui nomino la figura del vampiro, nello specifico il vampiro energetico, avrete capito che la mia “simpatia” per questa figura non conosce limiti umani… Se invece siete nuovi al mio blog, sappiate che ironizzo quando parlo di simpatia nei confronti dei vampiri; per questo vi consiglio caldamente di leggere, anche solo per divertimento, uno dei post in cui ne parlo. Ad ogni modo, un primo punto da cui vorrei partire per poi approdare ad una sorta di “preghiera per gli zombie” consiste nello specificare la differenza tra zombie e vampiri. Se il vampiro energetico è quella persona o entità morta che ci sottrae energia attraverso le sue dinamiche malate e oppressive (vedi al lavoro, in famiglia, tra le amicizie e, non da ultimo, nelle relazioni di coppia) che possono davvero, quando glielo si permette, rovinare la vita a chi lo “subisce”, lo zombie si rifà invece ad una metafora di paure quali l’incubo del contagio collettivo, la disumanizzazione dei rapporti (e quindi l’assenza di valori e rispetto per l’altro ai fini di un proprio tornaconto), la catalessi ipnotica in cui cade chi troppo si attacca alla materia, l’attaccamento ad una vita che non si possiede, che si sa di aver perso ma che non si capisce come e che si vorrebbe riottenere con la violenza assoggettando l’altro irrispettosamente allo scopo di farlo diventare come i morti che si è diventati a propria volta. Se il vampiro mira al cuore, lo zombie è affamato del cervello del vivo: di qui si può inferire la natura sottile del nutrimento che questi mostri cercano; il vampiro si nutre di emozioni, mentre lo zombie dei pensieri e delle dinamiche di un pensiero malato, anche se a dirla tutta in tal senso la differenza non è poi così netta. Resta in effetti la comune natura di malvagità di entrambi: sia lo zombie che il vampiro ricorrono a qualsiasi mezzuccio trovino, anche e soprattutto il più meschino (in risonanza con la loro natura, appunto), per accaparrarsi l’energia/vita di quei vivi che non hanno ben individuato i mostri o che comunque entrano in relazione con questi ultimi non avendo ben capito la loro vera identità, e quindi danno ad essi un’importanza che non meritano.
A causa di questi mostri moderni, molto concreti a differenza di quanto esibito nei vari film, molte persone soffrono. E’ a queste persone che dedico quanto oggi mi sgorga dall’animo: a tutti coloro che magari hanno anche pianto lacrime inutili, lacrime sterili e morte, come l’essenza stessa di quegli individui malati di vampirismo e zombismo… Da questi mostri ci si può sempre difendere e la prima difesa sta nel riconoscerli per ciò che sono: gli zombie sono coloro morti dentro, morti nell’anima, che comunque smaniano dalla voglia di attaccarsi ad un briciolo di vita e far diventare tutti coloro che scelgono come vittima come loro stessi: non paghi di ciò che hanno avuto (sebbene abbiano mai avuto qualcosa di Reale), vuoti e perpetuamente asserviti alla materia, ragionano e basano la loro vita sul pensiero materiale, pretendendo di diffondere questa mentalità materiale anche ai sani. Dedico questa preghiera sia ai malati di zombismo che ai sani: ai malati perché se ne stiano al loro posto, almeno per qualche momento, e ai sani, per ravvederli e fornire uno strumento per preservare la propria sanità:
A te, che ti senti in diritto di prevaricare e non rispettare gli altri,
A te che credi di avere potere su tutto, sappi che la Realtà non è così, perché la Realtà non è lo specchio della tua mente, ma qualcosa di molto più grande di te, anche se hai il limite di non poterlo riconoscere…
A te che credi di essere il migliore nella tua miseria, ti rassicuro: non c’è miseria più grande di cui tu non possa essere il re!
A te che sei così convinto di potere tutto: tranquillo, il mondo può anche vivere pur dando ospitalità a zombie come te che ne governano la facciata.
Tu, zombie, mi fai pena. Ma non pretendere che grazie a questa pena tutti i vivi ti compatiscano riconoscendoti come re della materia ed in questo modo vengano infettati dal puzzo della tua morte putrescente… I pazzi non vanno sempre assecondati! Nella tua follia sappi che c’è chi sa smascherarti e che non è più disposto a stare al tuo lurido gioco!
E comunque grazie di esistere, perché nella tua morte in vita sei davvero il migliore! E’ un bene che nessun vivo possa superarti in questo, perché altrimenti perderebbe la vita stessa; quella vita che tu non potrai più riprenderti, ma alla quale agogni tanto.
Detto questo, prendo distanza da te: tu sei morto e io vivo. Io ho scelto la vita, con tutte le difficoltà che comporta, ma anche con i valori che la arricchiscono e le danno un senso. Rispetto, compassione, autenticità: sono parole VIVE, che tu non potrai mai comprendere, perché non le vivi e alle quali hai abiurato…
Non mi piegherò mai alla morte della quale tu ti fai paladino: in realtà sei uno schiavo della morte; se ci tieni tanto, votati ad essa per i giorni a venire, ma allontanati da me. Io sono altro! (E qui mi immagino una pacchettina sulla spalla dello zombie al quale si rivolge questa sentita preghiera: un tocco finale che sigilla la differenza).
Mi rendo conto che questi versi sono conditi di parole forti e pungenti, talora aggressive, ma sono necessarie; chi tra voi è incappato a leggere questo post per sbaglio e fa parte della categoria degli zombie non mi fa paura, perché la morte non può uccidere la Vita. A chi mi taccia di invidia nei confronti delle figure di potere (perché ci sono anche questi individui che pensano io scriva per sfogarmi; inoltre la preghiera è piuttosto esplicita in termini di “potere”, quindi potrebbe insinuarsi un certo tipo di dubbio) beh io rispondo che le tentazioni del potere esistono da tempo immemore; tutti ne siamo soggetti, ma tutti abbiamo anche facoltà di scelta per non cadere nella corruzione di un potere materiale che aggancia a sé e fa perdere ogni qualsivoglia barlume di vero pensiero. Resistere è dura, ma proprio per questo è una decisione che ci parla di forza. E talvolta proprio in ragione di questa forza si rivela necessario rinunciare: anche la Rinuncia è una forza quando la si dirige verso la propria evoluzione! E l’evoluzione, guarda caso, va a braccetto con i valori… Sta di fatto che di fronte a tutti questi mostri che popolano la nostra società il non-mostro viene guardato male, come se fosse il male stesso, nonché l’opposto di ciò che persegue! Maggioranza, potere, giudizio: in tutto ciò il concetto di evoluzione non trova né potrà mai trovare un posto legittimo. Ecco forse il grande paradosso dei nostri tempi, ma è davvero un paradosso? E se lo è, fino a che punto lo rimane?
Per concludere va anche riconosciuto che ci sono spiriti infami che inzaccherano certe anime… E forse lo zombie in realtà è un posseduto che non ha la forza o la volontà (o entrambe) di ribellarsi al demone che lo soggioga. Quale che sia la realtà della situazione dico solamente che c’è sempre una via di fuga alla morte, a meno che non le vogliate restare fedeli e morire con essa ed in essa!
A presto!