Tag
aggiornamenti, business, business della forma, business della sostanza, Conoscenza, forma, profondità vs forma, sostanza, sviluppo accelerazione, update
Buongiorno a tutti,
mai come in questo periodo storico siamo tutti bombardati e colpiti dalla parola “aggiornamento”. Se il must have del secolo scorso era la parola ‘ricchezza’, quello che in questo secolo va per la maggiore è il fatto di ‘aggiornarsi’ o doversi ‘aggiornare’. Stare al passo con i tempi è divenuto fondamentale per non venir travolti e/o ingabbiati nell’obsolescenza. In effetti dopo aver sfatato il mito della ricchezza che dominava le menti del secolo scorso, le persone si sono rese conto che non vi può essere ricchezza nella staticità, la quale fagocita con la propria inerzia tutta la proattività di cui si può disporre. Insomma come il mito del posto fisso è stato appunto relegato a ruolo di mito, il mondo in cui viviamo richiede di mettersi continuamente in discussione per ragioni non di ricchezza, bensì , in primis, di sopravvivenza. Che si potrà poi tramutare in ricchezza, se accompagnata dalle condizioni opportune…
La verità è che siamo diventati in troppi. In troppi ad avere gli stessi obiettivi di ricchezza, gli stessi sogni da realizzare, le stesse mete da raggiungere. E così la nuova funzione che determina l’adeguamento a quest’epoca, nonché quella in grado di scremare la massa dagli eletti è l’aggiornamento. Se non sei aggiornato sei out, ovvero fuori del gioco del business. Ciò che non è mai cambiato è il fatto che la ricchezza è sempre stata nelle mani di pochi. Questo fatto non si è mai smentito, e anche ora che sembra che tutti si vogliano arricchire, ben pochi vi riescono! E ciò va di pari con quel concetto che non è mai cambiato: la ricchezza è per pochi. Per quei pochi che, come dei forsennati riescono a tenersi al passo coi tempi, a correre dietro alla chimera dell’illusione. Sapete, io non sono mai stata brava a correre. Anzi, se proprio ve lo devo confessare sono una vera polpetta nella corsa! Ma ho sempre raggiunto ciò a cui ambivo e aspiravo nel profondo. Fino ad ora. Già perché il mondo che ora ci si para innanzi è fatto di continui aggiornamenti, di corse che portano allo sfinimento, se devono portare per forza da qualche parte e nel migliore dei casi! C’è la corsa a chi è più bello, a chi spicca di più, a chi si mostra di più, a chi mostra di avere più qualità, a chi riceve di più… Una corsa frenetica che porta fuori da sé.
Non fraintendetemi, il fatto di stare al passo coi tempi e con le nuove scoperte rivela un’accelerazione nello sviluppo senza precedenti: uno sviluppo potenzialmente alla portata di tutti. E questo è proprio bello. I punto è: da cosa è veramente condito questo insieme di aggiornamenti? Dalla frenesia? Dalla competizione? Dalla sete di conoscenza? Dalla voglia di prevalere? E’ importante rispondere a questa domanda in quanto essa esplicita il senso del nostro agire nel mare degli aggiornamenti in cui siamo ficcati. E ci dà la risposta di chi siamo! Aggiornarsi oggi più che mai è il senso stesso del nostro agire: chi siamo è dato dal divenire e dal saperci continuamente trasformare. Non vi è spazio per la staticità, perché non può esistere staticità. D’altro canto il cambiamento è l’essenza stessa del tempo, dello spazio e dell’esistere: ogni minuto siamo diversi e cambiano le cose e le condizioni attorno a noi. Che poi riusciamo a rendercene conto è un altro paio di maniche, ma comunque questo è un insegnamento fondamentale. Eppure la società di oggi, lungi dal presentarci gli aggiornamenti come una opportunità per cogliere profondità di senso, ce li mostra come una necessità di frenesia, uno sprofondare nella superficialità. Stare al passo ha assunto la connotazione di essere considerati, di esistere. Ed eccoci quindi alla corsa per comprarci l’ultimo modello di IPhone, l’ultimo modello di questo o quell’altro trucco, e di quest’altra cianfrusaglia. Ben pochi sono attratti dagli aggiornamenti dell’anima. Perché?
Ormai tutti abbiamo capito che gli aggiornamenti, oggi più che mai sono divenuti l’essenza stessa del vivere/sopravvivere. E se ne è fatto un vero e proprio business. Una persona laureata con il massimo dei voti, già il giorno seguente alla laurea è in possesso di un sapere obsoleto: ed ecco che perseguirà la corsa mortale per aggiornarsi, per poter scavalcare, con la sua conoscenza, qualcun altro che non è aggiornato o che ha aggiornamenti meno efficaci dei suoi! Ma gli aggiornamenti servono a questo? Oppure servono ad altro? E cosa è quest’altro?
Aggiornarsi è, dal punto di vista più luminoso, vedere la realtà e saper stare nella realtà con tutta la consapevolezza di chi/cosa si è divenuti sino a quel momento. Piena facoltà di mettere a servizio degli altri le proprie capacità: ecco a cosa serve, secondo me, l’aggiornamento! Essere aggiornati significa essere a conoscenza del presente, di fatti reali, che non solo accadono nel mondo, ma che soprattutto si verificano nella nostra interiorità, dei cambiamenti e dei propri processi interiori (reazioni, impulsi, bisogni, desideri, aspirazioni, etc.). Da un altro punto di vista essere aggiornati può però anche manifestare quella sfumatura che predilige la forma alla sostanza. Far vedere che si sa più degli altri, e utilizzare questo sapere per dei secondi fini fa parte della forma delle cose, di quella forma che se ne frega degli aspetti più profondi dell’essere e che persegue, appunto, il business degli eterni aggiornamenti.
In sostanza aggiornarsi è sempre un business: è la maniera in cui si decide di farne uso che fa la differenza…
E voi che business avete deciso di perseguire? Quello della forma o quello della sostanza?
Alla prossima!