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adolescenza, apparenza, attaccamento, avidità, benvenuti nella giungla, blocco, crescita, eternità, evoluzione, forma, giungla umana, incarnazione, instagram, jumanji 2, maledizione, missione, mondi paralleli, mondo delle forme, portale, potere, prigionia, prova di iniziazione, realtà, reincarnazione, unione, videogames
Buongiorno a tutti,
e benvenuti in questo nuovo anno! In effetti questo è il primo post dell’anno che mi ritrovo a scrivere, e sono contenta di poterlo fare con il pretesto di recensire/commentare questo film, visto di recente al cinema.
Che vi piacciano i film d’avventura o semplicemente crediate che la vostra vita sia essa stessa un’avventura non del tutto priva di senso, allora il film in questione potrebbe davvero sorprendervi, perché questa pellicola contiene molti messaggi subliminali per chi è propenso a coglierli. Partiamo… dall’inizio! Tutto ha inizio per gioco quando un adolescente tipico degli anni ’90 (per l’esattezza è il 1996) trova la scatola di un gioco, Jumanji appunto, e la apre. In quel momento è come se avesse aperto un portale per un altro mondo nel quale viene risucchiato. Ed è a questo punto che ha inizio la duplice vita fatta di mondi paralleli: quello del gioco, dove il ragazzo interpreta il personaggio che ha scelto di “giocare”, e quella della realtà che vede una casa in rovina e il padre del ragazzo sconvolto dalla misteriosa scomparsa del figlio… Già qui viene da chiedersi: qual è la vera realtà?
Domanda che, però, nel film (che va di per sé molto veloce) viene scalzata dagli avvenimenti della quotidianità dell’epoca attuale di riferimento, ovvero gli anni 2016-7. Perché anche a Jumanji, come in qualsiasi mondo parallelo che si rispetti, le coordinate spazio-temporali sono sovvertite al punto che regna l’eternità: il tempo non passa mai e i personaggi non invecchiano. Passati vent’anni nell’epoca attuale per il mondo, sino a ritrovarsi nel 2016-7, quattro adolescenti più o meno ribelli (perché ognuno manifesta la propria ribellione contro un ordine a proprio modo, dalla ragazzina vanitosa che vive nel mondo di Instagram, al secchione sfigatello di turno che viene punito per aver passato un compito in classe ad un “amico”, passando per la studentessa intelligente che esprime un po’ troppo bruscamente i propri giudizi sulla sua insegnante di educazione fisica) si ritrovano in punizione a scuola. Dovranno spulciare delle riviste togliendo a queste i punti metallici… Ma secondo voi ce la faranno? Beh ce la farebbero se fossero tutti diligenti e rispettosi delle regole, ma, come sempre accade, chi manifesta queste caratteristiche in età adolescenziale nella quale vige l’imperativo del divertimento? I ragazzi dopo poco tempo dall’infame incarico si imbattono in un fossile: il videogioco di Jumanji e, guarda caso, decidono di metterlo in funzione. Risucchiati nell’altro mondo scoprono di aver assunto le sembianze dei personaggi che hanno scelto e qui inizia il divertimento…
La ragazzina vanitosa ha scelto i panni di un dotto professore sovrappeso, uomo, con gli occhiali, la barba e che molto si discosta da qualsiasi canone di bellezza a lei conosciuto (e questo personaggio è davvero spassoso, non solo per le battute ma proprio per il percorso che fa all’interno del mondo parallelo). Gli altri si ritrovano in altri corpi e qui il gioco si fa interessante: non vi ricorda nulla di strano? A me fa venire in mente la questione della reincarnazione, con la sola differenza che i personaggi si ricordano perfettamente chi sono, quali sembianze avevano prima di incappare in Jumanji e conservano la loro personalità senza ombra di dubbio… All’interno del gioco tutti i personaggi fanno un percorso di crescita del tutto esperienziale (e come potrebbe essere altrimenti, del resto?), vengono in pratica sottoposti ad una moderna prova di iniziazione che li vede uniti in una missione: riportare il gioiello della giungla che era stato rubato all’interno di Jumanji al posto che gli spetta, allo scopo di scongiurare la maledizione che li tiene prigionieri di quel gioco. Il cattivo, infatti, è costituito da colui che, volendosi impadronire della preziosa pietra che gli permette di avere il controllo e il potere sul gioco, non vuole permettere ad altri di passare attraverso di esso (per evolvere?). Il cattivo è chi vuole intrappolare gli altri e che vuole il potere solo per sé. Chi vuole comandare e asservire gli altri, lasciandoli sempre al livello in cui sono; interessante notare che il gioco-missione al quale si sottopongono i protagonisti è, come tutti i giochi e videogiochi, soggetto alle regole dei livelli e quindi per passare a quello seguente, più difficile, occorre superare le prove… Anche qui, ecco un’altra metafora della vita.. Interessante notare che le prove (così come nella finzione ma soprattutto nella vita), lo ribadisco, sono tutte esperienze da fare, comprendere e superare. E chi ha orecchie per intendere, intenda!
Nel dipanarsi delle vicende del gioco i quattro adolescenti incontrano un personaggio “bloccato” e cioè il protagonista che all’inizio si avventurò da solo in Jumanji nel lontano 1996 per le coordinate spazio-temporali terrestri. Insieme questi ragazzi scopriranno la forza, ma anche il significato che la divisione e l’attaccamento ai propri interessi egoici può causare. Il loro percorso di crescita, insomma, ha inizio e fine proprio nel mondo parallelo che nella pellicola è Jumanji, ma che nella nostra realtà del 2018 è costituito da ben altro…
A voi scoprirlo, e, se volete, fatelo pure con divertimento come ho scelto di fare io questa volta in maniera del tutto inconsueta ma comunque risvegliante, andando a vedermi questo film.
Alla prossima e buona visione!