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condizionamenti, contatto con se stessi, ideali della società, il corpo non mente, il grasso è nella testa, inflienza dei media, la forza del sentire, perdita di se stessi, società, verità nel sentire, vita
Buongiorno a tutti!
Oggi vi offrirò un po’ di me, di quella che personalmente ho conosciuto alcuni anni fa e che mi ha aiutata nella scoperta di un po’ di me stessa. Spero non ve ne abbiate a male, ma anzi che leggiate a cuor leggero questo pezzo della mia vita. Potreste sorprendentemente trovare dei punti in comune o magari questo racconto può suscitare in voi intuizioni e (perché no?!) incitarvi a percorrere altri percorsi mentali. E quindi… via: lasciate ogni giudizio voi che entrate!
In passato, quando nella tanto amata quanto odiata adolescenza mi facevo paranoie sul mio aspetto fisico ignorando alcune ma fondamentali verità di base, ci fu una frase di un dottore a cui mi rivolsi per una dieta che mi lasciò davvero di sasso e che è oggetto di quanto voglio approfondire oggi. Io, abbondantemente normopeso, sana di mente e praticante una leggera attività fisica, ai tempi mi ero fissata sul voler diventare come (o perlomeno assomigliare a) l’immagine aitante femminile della donna esteticamente pseudo-perfetta senza un filo di grasso che viene continuamente propinata dai media e che sinceramente mi piaceva assai; dico “mi piaceva” perché in fondo quella cosa non mi ha mai convinto, eppur anch’io mi sono ritrovata a seguire la massa di caproni, mentre solo ora mi si è reso noto il motivo. Si tratta infatti di una bellezza imperfetta in quanto puramente estetica. Insomma la vera Bellezza è consistente e completa, e quindi ora so che qualcosa di realmente bello è perfetto. Perfetto significa completo, esente da mancanze, compiuto, ossia in accordo con le Leggi universali, e soprattutto pieno di significato; un significato che si sente e che si esprime nella perfezione di un tutto in grado di trasmettere qualcosa di invisibile. Se siete curiosi provate a cecare l’etimologia di perfetto e troverete che deriva dal latino perficere ovvero compiere, finire. Anche in questo caso mi sono resa conto che ascoltare troppo i media e soprattutto accogliere senza discriminazione e con ingenuità quello che pretendono di trasferirci è la cosa peggiore che possiamo fare a noi stessi perché equivale a metterci a tacere e a sottoporci ad una pessima influenza, nonché a ciò che la società si aspetta da noi. Ad ogni modo, il principale difetto nel mio atteggiamento dell’epoca non credo fosse il fatto di volersi migliorare (e nel mio caso c’era un certo lavoro da fare), bensì il fatto che avessi perso di vista me stessa, che magari non mi ero mai nemmeno ben intravista e quindi, volendomi paragonare a donne da copertina (ritoccata), non riuscivo a capire dove fosse in realtà il problema. Perché avendo voltato volutamente le spalle a quel problema, non lo vedevo in quanto avevo deciso di non vederlo.
A quei tempi ricordo di aver messo in atto parecchie “stronzate”: dalla dieta settimanale, all’eliminazione di determinati alimenti, sino al privarmi del tutto dei cibi che mi piacevano mangiando solamente quelli utili al mio fisico. Per ovvi motivi (è il caso di dire conosco i miei polli, o meglio, il pollo che c’è in me!) sapevo che la cosa non sarebbe durata molto, ed in effetti per una golosa come me non è possibile privarsi a lungo di alimenti che fanno bene al gusto. Così decisi di rivolgermi ad un medico, stanca di privarmi del gusto in un aspetto della vita di così vitale importanza. Fu allora che questo dottore mi offrì su un piatto d’argento la svolta. Dopo averne sentite tante, non riuscivo a raggiungere il mio obiettivo distorto dalla mente (e cioè avere un aspetto fisico uguale a quello del mio ideale), e così pensai che il parere di un medico non avrebbe fatto altro che giovarmi! In realtà mi diede di più molto di più: rivoluzionò il mio pensiero. Del resto se sono ancora qui oggi a ricordarlo ci sarà un perché… Vi svelo solamente che il dottore in questione non mi ha dato una dieta, né fatto training mentale, ma mi ha semplicemente detto in due parole una verità tanto semplice quanto sorprendente: il grasso è nella testa. Con questa frase non si riferiva ad un’eccessiva attività seborroica del cervello o della cute, bensì a tutto quel grasso, ovvero materia densa e pesante, con cui le persone si riempiono la testa: pensieri, preoccupazioni, convinzioni, ideali, falsi miti. Tutto grasso perché tutto superfluo… Pensi troppo, mi disse. Ed in realtà non è un problema Pensare, ma pensare ciò che pensano tutti lo è: in effetti penso, e, quando mi va bene, collego. E molto spesso collego cose che ho preso in prestito, che non sono mie e che quindi non esprimono appieno il mio essere: collego e metto insieme molto spesso il lardo mentale, più che la materia grigia…
Dopo che quel medico ebbe pronunciato questa fatidica frase mi misi a riflettere e nella condizione di percepire. Quella frase mi aveva fisicamente portata in un’altra dimensione: quasi come se la terra sotto i miei piedi non vi fosse più ed io stessi vorticosamente girando, perdendo ad ogni giro qualcosa che non era mio… Che Dio benedica certe persone, perché quel medico, la sua presenza nello specifico, mi aiutò a fare un salto di qualità nella mia vita. Non vi fu un giorno nel quale non ripensai a quella frase: dapprima lo scetticismo ebbe la meglio inducendomi a insinuare che si trattasse di idee newage le quali riconducono tutto alla forza del pensiero. In realtà non era così. Sentivo che c’era un fondo di verità e lo sentivo dentro di me. Ho provato allora a capire cosa questa frase significasse, non chiedendolo al dottore, che in effetti fu molto giusto a rivelarsi reticente in merito con lo scopo di far nascere in me una consapevolezza, bensì sperimentando questa frase ogni volta che me ne capitava l’occasione. Ciò significa che ogni volta che uscivo, incontravo qualcuno, mi intrattenevo a parlare con qualcuno, oltre che a dare un’occhiata alla fisionomia che mi si parava innanzi, cercavo di capirne i pensieri, sentirlo in tutta la sua emanazione (per quel che c’era, se c’era) e nello specifico tentavo di captare la sostanza del grasso nella testa di cui quella persona si faceva portatrice. E così scoprii l’esistenza di tante vite, tanti dolori diversi, tanti punti di vista appesantiti e/o viceversa liberi da qualcosa. In effetti sperimentai la verità di quella frase nella mia realtà.
Ma era davvero così? Oppure ero io che volevo vedere questo in ciò che si presentava ai miei occhi e al mio sentire? In poche parole: il mio sentire era reale oppure offuscato dalla mia personalità? Queste credo che siano domande alle quali occorre dare una risposta interiore. Solo l’interiorità è in grado di esprimere appieno la realtà, viceversa la si appiattisce cercando di limitarla con delle parole, espressioni, contenitori verbali. Quando una persona si fa paranoie, ripete all’infinito i messaggi indotti dalla società attraverso i media, come era capitato a me in quel periodo, non ha che due scelte: o lasciarsi trasportare dalla corrente del fiume in piena o trovare il coraggio di saltare su uno scoglio per non far parte di quel mare di condizionamenti che rovinano l’umanità di una persona. Saltare è dura, richiede sforzo e forza, però occorre semplicemente chiarire a se stessi le motivazioni per cui si vuole farlo per mettersi nella condizione di farlo. Sinceramente io mi sono resa conto che in fondo al cuore, nella realtà delle cose non mi interessava diventare la copia di qualcun altro, ma indagare l’essenza di quel vuoto, di quella mancanza: risposta che un aspetto fisico impeccabile non mi avrebbe mai dato. Insomma certe cose si raggiungono solo con determinati sforzi in una direzione ben precisa! Altrimenti tanto vale farsi trasportare a riva, o alla deriva.
E per concludere vorrei lasciarvi con una massima che trovo adatta in questa sede: il corpo risponde, la mente confonde. E la mente, molto spesso e purtroppo può venire ampiamente condizionata e manipolata. Quando poi essa è talmente circuìta giunge a modificare anche la nostra chimica corporea. Nel bene e nel male: provare per credere, m soprattutto per eliminare, se lo volete quel velenoso grasso dalla testa.
Alla prossima.