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complementarietà, creazione, diversità, invenzione, irripetibilità, made in Original, Originale, originalità, originalità è ricchezza, ricchezza, unicità, viaggio all'interno di sé stessi
Esiste un luogo in qualche parte di qualche dimensione dove non esistono plagi, nè copie, nè la volontà di essere qualcun’altro… Esiste un luogo dove le caratteristiche intrinseche di ciascuna cosa emergono nella propria originalità, unicità, irripetibilità… Esiste un luogo dove ciascuno è considerato diverso e per questa sua diversità, complementare ed utile nella sua complementarietà… E questo luogo si chiama Original. Esso fa appello alle qualità divine uniche ed irripetibili di tutto ciò che lo popola: che si tratti di esseri viventi e/o non! Volete fare con me questo viaggio alla sua scoperta, in un certo senso immaginaria ma non per questo meno reale?!
Stavolta ho rinunciato alla classica formula di benvenuto che sinceramente trovo che stesse prendendo un po’ troppo piede. Volevo sorprendervi e sorprendermi e per questo ho deciso che ci voleva un viaggio. Non un viaggio qualsiasi, però, bensì un viaggio che si intraprende pur restando fermi nel proprio studio/ufficio/stanzetta/mondo (interiore e non)… un viaggio che puoi fare SEMPRE, con l’unico requisito del VOLERLO FARE! Un viaggio ricco di novità, scoperte e realizzazioni: insomma ragazzi e ragazze, si tratta del più bel viaggio che forse poteva capitarvi se state leggendo questo post, e cioè del viaggio alla riscoperta della vostra Originalità, altrimenti detto scoperta dell’Original (mondo immaginario quanto reale) che c’è in voi! E dunque allora, partiamo?!
Ciò che mi ha letteralmente spinto a scrivervi oggi di questo, oltre all’ispirazione di origine “ductiarea” (ebbene si, pure io trovo sotto la doccia l’ispirazione per scrivere!) è stata una riflessione in merito a quanto facile sia ai tempi di Internet e dei social media, livellare una società, sino ad omologarsi tutti. Mi spiego, giusto per non farmi carico di predizioni apocalittiche degne di un colpo apoplettico: se da un lato, con l’avvento di questi nuovo modi di esprimersi nel mondo le persone possono raggiungersi in maniera molto più facile, agevole, mascherata (o protetta) tale da permettere loro di mettersi a nudo con le parole senza rivelare la propria identità, è anche vero che dall’altro lato non si può negare che si assiste ad un susseguirsi sempre più trito e ritrito di frasi già sentite, pensieri già espressi e proprio per questo, privi di originalità alcuna. E a costituire l’esempio di quanto vi ho appena detto ci sono i famosi POST, quelli alla maniera facebookiana per intenderci! Post che esprimono il tuo stato d’animo, pensiero, sensazione o sentimento con brevi frasi, talvolta poche parole ricche d’effetto che vanno subito al punto. Talvolta prendendo a prestito e sconvolgendo delle poesie per puri fini egoici, prostituendo la fonte originale per i bassi scopi del presente di chi le utilizza! Possibile che uno stesso stato d’animo possa essere condiviso da più di 10.000 persone alle quali se tu chiedi di descriverti cosa esse provino, con le loro parole ti rispondono: “esattamente quello che dice il post, niente di più niente di meno. E’ quasi come se quelle parole mi avessero letto nel pensiero!”?! Come è possibile secondo voi che una sola frase possa dire ciò che tu pensi o come stai, esattamente?! O dirti esattamente come stanno milioni di altre persone?! Senza nessuna sfumatura? O senza voler vedere/riconoscere nessuna sfumatura? Badate bene: non mi riferisco all’universalità del linguaggio di cui ad esempio si fa portatrice la poesia (ammesso che essa sia usata come tale e non che venga adattata ai propri scopi: per intenderci, non sto parlando di chi apre un salone di estetista e per pubblicizzarsi prostituisce la famosa frase di Dostoevskij “La Bellezza salverà il mondo“!). La poesia, anzi, la Poesia è un discorso a parte perché ha a che fare con l’universalità dei sentimenti, rappresenta un tipo di arte oggettiva (vedi a tal proposito cosa ne pensa Gurdjieff! Vabbè ve lo riassumo: secondo me questo maestro di Quarta Via dà un’interessante e veritiera descrizione di ARTE OGGETTIVA, ovvero quel tipo di arte che ha la funzione intrinseca di risvegliare in tutti gli esseri umani uno stesso stato d’animo, quale che sia il loro livello di coscienza). La Poesia non appiattisce l’individuo: al contrario, svolge una funzione che è proprio il suo esatto opposto! La Poesia, quella profondamente contestualizzata e in collegamento armonico col presente, accresce l’individuo perchè lo riporta per un attimo alla sua essenza più profonda per dargli quella spinta dal basso che lo farà poi risalire in superficie ed andare oltre i limiti del proprio essere! La Poesia serve a prendere coscienza di ciò che c’è, di quello che si vive e che si può sperimentare con emozioni e pensiero; tuttavia, siccome non ti dà la ricetta per manifestarli in un modo già espresso (che altri hanno già espresso), il modo in cui “fisicamente” tu percepisci quello che la poesia trasmette è, come dire… Originale! Del tutto originale!
La verità è che sono cresciuta in compagnia della forte influenza dalla corrente di pensiero della linguistica (lo so che sono ancora qui a stufavi con questo mio background di riferimento, ma non posso prescindervi, si dà il caso che, oltre a far parte di me, lo trovo anche un ricettacolo di profonde verità!). Nella linguistica si sostiene che più parole noi abbiamo a disposizione per descrivere la nostra realtà e più possiamo dar forma al nostro mondo sia interiore che esteriore, colorandolo con le sfumature che più si avvicinano alla realtà stessa. Insomma: benvenuti libri! In effetti, la comunicazione è relazione, e le parole, sia scritte che verbali, servono a creare queste connessioni di pensieri e stati d’animo tra i soggetti che ne sono gli autori. Con questi presupposti volevo riflettere su quanto segue: posto il fatto che più parole abbiamo a disposizione e più possiamo dare forma e colore ai nostri pensieri esprimendoli al meglio, cosa succede quando i pensieri e le parole iniziano ad essere sempre gli stessi, a ripetersi? Vi siete mai accorti che nel corso di determinate epoche esistono delle parole che prevalgono e che vengono usate in maniera ansiogena ed aggressiva, così come parole che passano nel dimenticatoio tanto da non venire utilizzate se non addirittura bandite perché macchiate dall’unico difetto di non essere considerate politically correct? (Si, questa è solo una delle ragioni per cui sui giornali ad esempio non vengono usati alcuni termini, ma altri che invece godono del consenso politico e di molti altri consensi!). Cosa succede quando le parole iniziano a ripetersi? Cosa accade quando la vita stessa di ciò che esse esprimono inizia a ripetersi nella mente di chi la vive?! Ebbene la risposta è APPIATTIMENTO DELL’INDIVIDUO, livellamento del suo essere; in sostanza, la morte della sua anima! Avete mai visto l’andamento dell’encefalogramma? Ecco, se questo discorso appena citato venisse rappresentato graficamente assumerebbe quella forma! Abbiamo una qualche speranza che esistano delle soluzioni a questo appiattimento, a questa morte, prima che sia troppo tardi?
Beh forse di soluzioni ce ne sono, occorre venire a capo di quelle più sincere, però! Una potrebbe essere ad esempio quella che consiste nel fatto di provare a diventare sè stessi per una volta, provare e ricercare le qualità che ci sono proprie e manifestarle appieno, e cioè in tutte le loro sfaccettature! Made in Original! Ecco cosa dobbiamo scoprire, ecco dove dobbiamo andare e cosa occorre raggiungere per cambiare la direzione alla nostra méta, se la riteniamo per noi errata! In realtà andrebbe precisato che il proprio livellamento non è propriamente una cosa che si decide attivamente, ma che, subendola, in effetti si decide in maniera passiva! Il livellamento è qualcosa di cui talvolta non ti accorgi, ma al quale inconsciamente potresti dare il tuo consenso; e una volta accordato, questo consenso prende sempre più piede sino a soffocare ed annullare un qualsiasi moto interiore volto alla crescita! Per cui, prima ti accorgi di ciò che stai pensando e di come lo stai pensando, e meglio è! Ovviamente questo discorso è valido se e solo se manifesti quell’ardente desiderio di scoprire Original! E si parte riconoscendo in primis che ciò che pensiamo, nel 98% dei casi non è propriamente nostro, ma “preso a prestito” da qualche filosofo, da qualche libro, da qualche sketch mediatico… Cosa intendo con “preso a prestito”? Beh talvolta il fatto di prendere a prestito qualcosa implica che poi quella cosa diventi implicitamente nostra, senza di fatto esserla! Esempio: un amico vi presta un libro e voi vi dimenticate di restituirlo… Il tempo passa e dimenticate persino la persona che ve lo aveva prestato sino a che quel libro di fatto “diventa” vostro, nonostante non lo sia! Lo stesso ragionamento vale per le idee: noi possiamo sperimentare un pensiero valido per la nostra vita, pur senza averlo partorito noi stessi, ma che “scopriamo” perché qualcun’altro ce lo ha fatto notare con i propri pensieri! Il fatto di fare proprio un pensiero non equivale a creare un pensiero! La creazione viene dal nulla (insomma, ha a che fare con originalità!), mentre la scoperta è un po’ come rendere nuovo o vedere con occhi nuovi qualcosa che già c’era prima (e ciò ha a che fare con l’accorgersi!). Più ci si esercita nel bellissimo esercizio di indagare ciò che è davvero partorito da noi, da ciò che invece abbiamo “attinto” da altri e più ci accorgeremo che BEN POCO ABBIAMO CREATO! E io vi auguro di scoprirlo per potervi rinnovare sempre di più… Già perché quando ti accorgi di essere ‘povero’ (in questo caso povero di idee, pensieri, creazioni a cui tu e solo tu hai dato la nascita), cerchi di trovare la tua ricchezza intrinseca: una fonte non così raggiungibile inizialmente, ma che non è impossibile da raggiungere! E la ricchezza, per te stesso, non puoi che essere tu, con la tua originalità che fa la differenza in questo mondo, e che è l’unica in grado di creare e di Crearti per ciò che sei! L’originalità è ricchezza, l’originalità è creazione… E la vera creazione coincide con l’invenzione!
Dopotutto, con po’ di pratica in questo esercizio potremmo giungere alla sensazionale scoperta che Original non si trovà su di un altro pianeta, nè in un luogo sperduto del mondo, bensì in un’altra dimensione, ma sempre all’interno di noi stessi e che per raggiungerlo basta davvero poco! Si, basta volerlo raggiungere, con Amore e Pazienza che ci accompagnano lungo questo cammino! Ma soprattutto con Coraggio; proprio quel coraggio necessario a mettersi in moto e a mettere in modo l’accadere delle cose dentro e fuori di noi!
Alla prossima!