Un breve capitolo de “Il Profeta” del grande Kahlil Gibran inizia proprio con la popolazione di Orfalese che si rivolge al Maestro in questi termini…”e ora parlaci di…”
Un popolo che sembra pendere forse dalle labbra di una persona riconosciuta, venerata ed onorata come Maestro appunto…. Ed oggi voglio dare questo titolo al mio mini articolo…
SENTIRE… beh questo è un tema direi da vivere e non su cui discutere, ma ci proviamo, dato che tanta è la confusione che regna in merito! Cosa significa sentire?! Se diamo uno sguardo al dizionario etimologico di questa parola sembrerebbe avere un’origine incerta; viene inizialmente attribuita al latino ma anche all’antico tedesco e ad altre lingue antiche, con le quali ha parecchie affinità. Ad ogni modo se lasciamo perdere l’origine e andiamo al significato di questa parola sempre il dizionario reca questa spiegazione: ricevere una impressione per mezzo dei sensi, percepire con la mente, intendere, conoscere, giudicare. Basta così…
Come vediamo anche solo leggendo, non possiamo non accorgerci che nel SENTIRE vi è molto di più che semplicemente quanto si ha la pretesa di spiegare! Inoltre, il mio SENTIRE, ossia l’insieme delle mie percezioni e sensazioni accompagnate da un’emozione saranno diverse da quelle di una qualsiasi altra persona perchè sebbene tutti siamo simili (in possesso di un simile apparato psico-fisico), siamo anche tutti diversi riguardo al MODO di percepire, interiorizzare ed elaborare le esperienze. Cosa fa la differenza? COSA FA LA DIFFERENZAAAA?!
Non è forse quello che c’è nel più profondo meandro del cuore… dove giunge il respiro…a darci la risposta?
Tu cosa sei? Sei il tuo sentire? O sei forse anche qualcosa di più? Che rapporto ha il sentire in relazione a te, persona? Queste sono domande che ciascun Cercatore di Verità (che tratterò in uno dei prossimi articoli, ma che potete anche iniziare ad approfondire…) sarebbe opportuno si ponesse…ma forse il problema sta nel fatto che ci son pochi Cercatori di Verità (con le MAIUSCOLE!!) oppure a causa del fatto che ci siamo talmente riempiti e fatti carico di cose che non sono nostre da dimenticare di scavare scavare e ancora scavare….In effetti è di gran lunga più comodo e facile soffermarsi a ciò che troviamo in superficie, costa poco se non addirittura nessun sacrificio, e con quello ci si fà meno problemi; insomma si riesce a sopravvivere in un qualche modo.
Io preferisco farmi male con una Verità che sta in fondo..io voglio andare più in profondità…voglio scovare il drago che si cela nell’angusta caverna sotto mille e più spessi strati di pseudo-personalità…Perchè? Beh la risposta non ce l’ho, so solo che… LO SENTO!
E voi? cosa siete? cosa SENTITE?