Tag
abitudine, aspettativa, buone abitudini, cattive abitudini, certezza, controllo, duttilità, fiducia, flessibilità, forza, forza interiore, incaponimento, incertezza, la realtà è mutevole, ostinazione, pazienza, rispetto, spirito di adattamento, trasformazione, universo, Verità, vero, volontà
Buongiorno a tutti,
sappiamo, se abbiamo interrogato più volte la realtà, che le certezze a questo mondo non esistono. La sicurezza a questo mondo NON esiste. Guardatevi attorno per avere una conferma: ogni giorno siamo tutti sottoposti alle stesse leggi che governano il pianeta, la forza di gravità ne è un esempio. Non prendetemi per catastrofista, ma ogni giorno siamo sottoposti ad una serie di pericoli che potrebbero sfociare, nel peggiore dei casi, con la nostra morte. In effetti, potremmo venire investiti da un’auto, intossicati dal fumo di una casa che sta andando a fuoco, avvelenati dall’acqua dell’ acquedotto, prendere un colpo alla testa a causa di una tegola volante di qualche tetto sgarruppato, fare un incidente stradale, venire avvelenati dal cibo o dall’aria stessa che respiriamo. E chi più ne ha più ne metta…
Il mondo funziona in base a cosa, quindi? Non credete che forse sia la fiducia il motore della nostra vita su questo pianeta? Una fiducia consapevole dell’inconsistenza delle cose e della mancanza di certezze. O forse pensavate di vivere alla giornata in base a quello che “capita” là fuori? Cosa significa realmente vivere alla giornata? Perché è possibile vivere il momento in maniera consapevole o inconsapevole; e sinceramente preferisco di gran lunga la prima modalità! Del resto che vita è quando delego tutto all’esterno, non da ultimo persino i sentimenti che provo? Che vita è quando tutto dipende dall’esterno e tu vivi in funzione degli altri? Che vita è quando ci si regala all’abitudine buttandosi nella mischia degli ignavi? Che vita è una vita senza una propria volontà? Ma soprattutto la volontà può da sola essere foriera di certezze?
Ebbene, abbiamo visto che la volontà, o meglio avere una propria volontà è “roba per pochi” perché la vera volontà, lungi dall’incaponimento e dall’ostinazione, è una qualità che si sviluppa assieme a fiducia e pazienza. La vera volontà si traduce in risultati ed incarna una forza; forza consapevole della realtà che muta. L’ostinazione, al contrario, ci parla di attaccamento ad un risultato o ad un modus operandi che ormai ha preso una vita propria e che ignora la realtà delle cose in continuo mutamento. La volontà è quella qualità che non muore al cambiare della realtà attorno a noi, ma che anzi, trovando un senso e un obiettivo a cui aspirare con tutta se stessa, lo persegue con creatività, determinazione e quando serve la giusta dose di flessibilità (detta anche spirito di adattamento o duttilità, se preferite). La vera forza di volontà non ha paura dell’incertezza perché sa che tutto è incertezza e che la trasformazione da incerto a certo solo noi la possiamo attuare, con la nostra forza interiore e nel rispetto di ciò che è più grande di noi, che ci indica a sua volta se è nostro destino compiere determinate “missioni” oppure no.
Detto ciò arrivo al titolo di questo post: lo spregevole quanto comune caso in cui l’abitudine viene scambiata per sicurezza. Ebbene, voi che rapporto avete con le vostre abitudini? Riuscite ad identificare le più radicate in voi stessi? Riuscireste a cambiarle, ossia a togliere un’abitudine e inserirne un’altra diversa? Ad esempio, se siete come me golosi di cioccolato e non riuscite a non mangiarne almeno un pochino al giorno, riuscireste a sostituire ad esso una tisana, più salutare e meno “abitudinaria” o quello che volete voi che possibilmente sia sano? Personalmente il cioccolato mi dà una appagante sensazione di calore, dolcezza, tenerezza, e non da ultima una certa sicurezza. Infatti sono sicura che ogni volta dopo averne mangiato un pezzettino la mia gola si sente meglio e io mi sento quasi più felice. Alcune abitudini però sono deleterie… per questo si è giunti a distinguere le buone abitudini dalle cattive abitudini. Ma non dimentichiamo che si tratta pur sempre di abitudini, e che in quanto tali tendono a dimenticarsi del naturale mutamento che la realtà ci propone SEMPRE, sostituendo a questa comprensione il controllo! L’abitudine è tanto radicata quanto più siamo sicuri di ottenere un risultato in termini di appagamento o convinzioni: e più otteniamo quel risultato che ci aspettavamo, più quell’abitudine si rafforza. Più riesco ad avere il controllo di quell’abitudine, più confermerò il suo successo e quindi il potere di quest’ultima nei miei confronti. Perché l’abitudine è qualcosa che lega in maniera malata. Dunque capite come il meccanismo dell’abitudine prenda in causa anche il concetto di aspettativa e di controllo… Se l’aspettativa viene riconfermata viene riconfermato anche il funzionamento dell’abitudine che quindi scambiamo per successo, quando in realtà non è altro che rinchiudersi in una prigionia. E siamo portati a voler perpetrare il successo convinti di averne il controllo, quando in realtà ne siamo succubi!
Si perché ci imprigioniamo nelle abitudini, certi di aver successo. Pur di non cambiare un centimetro di ciò che fanno per paura di fallire tante persone si costringono a fare lavori che detestano, perché ormai l’abitudine impedisce loro di vedere le opportunità e anzi li fagocita in un mondo in cui il controllo del poco al quale riescono ad attingere rappresenta un sogno avveratosi. Eppure questo accecamento volontario viene scambiato per successo. Prendiamo come esempi anche la coppia nel bisogno o gli amici nel bisogno… La coppia nel bisogno ha sviluppato quelle abitudini che le consentono di sopravvivere ma non di crescere; crescere infatti potrebbe minare il rapporto (come del resto avviene con qualsiasi evoluzione, perché evolversi implica crisi), e così la coppia nel bisogno magari arriva a litigare in mezzo ad un gruppo di persone come se si dovesse lasciare da un momento all’altro per poi ritornare ad essere la coppietta che tutti si aspettano da essa tutta luce, amore e panini imbottiti… Gli amici nel bisogno allo stesso modo si riconoscono perché di fatto hanno entrambi bisogno l’uno dell’altro, e finché permane questo stato di interdipendenza va tutto bene tra gli alti e bassi abitudinari. In questo modo quindi la coppia nel bisogno viene magari vista dagli occhi inconsapevoli come la coppia del “vero amore”, e così gli amici nel bisogno vengono scambiati sempre dallo stesso occhio non vedente come gli “eterni veri amici”. Quando in realtà nell’abitudine, di vero c’è ben poco. Perché verità certezza non vanno a braccetto perché l’unica verità che potremo mai conoscere su questo pianeta è quella dell’incertezza.
E comunque voi, come vi trovate nelle vostre abitudini? Siete stufi di esse? Siete pronti a cambiarle? O perlomeno a riconoscerle per ciò che sono e prenderne distanza? Vi riconoscete il bisogno di controllo della realtà?
Alla prossima!