De-ludere: un verbo la cui etimologia la dice lunga. Il latino ci indica che il prefisso de- indica togliere, portare fuori, mentre ludere significa giocare. Deludere = togliere dal gioco.
Parlo di questa sensazione che può diventare anche un sentimento (non appena si fortifica) sino a tramutarsi, nel peggiore dei casi, nell’atteggiamento che assumiamo nei confronti della vita. Conoscete persone perennemente deluse dalla vita? Io si… non è difficile trovarle, ed in particolar modo di questi tempi è l’atteggiamento adottato con maggiore facilità. Del resto è molto più comodo proiettare all’esterno le nostre frustrazioni dicendo a qualcuno la classica frase “mi hai deluso”, anziché guardarsi dentro e magari scoprire che l’atteggiamento dell’altra persona è solamente una risposta a ciò che abbiamo lasciato fuoriuscire più o meno consapevolmente… Talvolta le proiezioni di nostre grandi aspettative si fanno strada con una tale forza da sovrastarci e da sopraffarci, tanto da renderci inermi; in tal modo non riusciamo a capire come l’altra persona abbia potuto comportarsi in un modo che noi proprio non va a genio, oppure lungi è da noi il comprendere come qualcosa non sia andato nel modo in cui ci eravamo aspettati ed augurati con tutto il nostro essere (che poi, si tratta davvero di Essere?!)
Disquisizioni a parte, il deludere racconta di un sentimento, una sensazione di pesantezza ed infelicità che deriva, in chi la sperimenta, da una mancata aspettativa: l’aspettative delusa, appunto! Ad esempio, mi aspettavo che in una gara vincesse XY per i meriti, le capacità e l’impegno mostrati durante i suoi allenamenti. Ora, che si tratti di una gara sportiva, una gara elettorale, una gara tra partners (in pratica tutte delle specie di ‘competizioni’, in un certo senso), la sostanza è quella: l’aspettativa. L’aspettativa, però, va ricordato che è destinata a rimanere delusa! La delusione è il suo destino poiché ogniqualvolta nutriamo ed alimentiamo l’aspettativa con i nostri atteggiamenti, comportamenti, discorsi, azioni, stati d’animo, ci affidiamo ad altri, diamo loro il potere di trattarci e farci stare come vogliono nel momento in cui la gara/competizione ha fine! Vedete dove sta la proiezione esterna?! Risiede proprio in questo delegare all’esterno la responsabilità: così se le cose dovessero andar male c’è sempre una spiegazione, un capro espiatorio a cui la farò pagare dandogli la colpa, l’importante è che quello sia fuori e non dentro sé stessi! Capite come siamo stati istruiti a comportarci?!
Non solo. L’aspettativa è anche figlia dell’illusione. In effetti se un uomo vedesse la realtà, la propria realtà dei fatti, senza filtri e per ciò che essa è, impazzirebbe. Non riuscirebbe a sopportarla: le contraddizioni sono davvero tante e non potrebbe riconoscere tutto questo caos al proprio interno. Figuriamoci se potrebbe accettarlo! Però è possibile predisporsi e provare… non è mai detta l’ultima parola! E quindi, ritornando all’illusione egli si immette in un gioco nel quale viene alimentata l’aspettativa. Ma cosa è l’illusione se non la mancanza di riferimenti REALI, la mancanza di un collegamento con la propria REALTA’, uno scollamento (volontario o inconscio) da questa!? Illusione = entrare nel gioco. Delusione = togliere dal gioco…
Togliere dal gioco…eh sì, l’aspettativa fa parte di un gioco. Come tale, quindi andrà trattata. Insomma, non pretendiamo di prenderla sul serio! Eppure la delusione è un sentimento che spesso ricorre nella vita dell’essere umano, il quale lo considera con una serietà allarmante. La sensazione di delusione è REALE! Il sentimento prodotto dalla delusione e l’infelicità che essa causa SONO altrettanto REALI! Ma non la DELUSIONE! La delusione è un’illusione, ma allora, perché la delusione costella la vita dell’essere umano?
Occorre fare ora un piccolo approfondimento. Spesso ho notato e noto che le ASPETTATIVE si confondono con i SOGNI. Forse è anche questo un punto su cui si dovrebbe riflettere. In effetti se io ho dei sogni, cercherò di alimentare tutto ciò che li riguarda. Mi prefigurerò le tappe da raggiungere per realizzare un sogno, appunto per renderlo REALTA’, per fare in modo che dal piano astratto esso passi a quello materiale, e in questo modo ne farò esperienza in questo mondo! Purtroppo però in questo passaggio si insinua molto abilmente l’aspettativa…il veleno della nostra vita. Il sogno è estremamente reale; un vero Sogno mette in moto forze ed energie straordinarie che permettono di realizzare progetti, cose, eventi e situazioni altamente creative, nel pieno senso della parola! Insomma i sogni, quelli veri, non sono illusione come invece ci hanno insegnato a credere! I veri sogni non hanno nulla a che fare con l’illusione!
Altro punto: perché mi riferisco all’aspettativa come ad un VELENO? Beh perché tra le altre cose di cui già abbiamo parlato, l’aspettativa non è forse accompagnata dal giudizio?! Io mi aspetto di fare bella figura, mi aspetto di ottenere un risultato perché dentro di me so che quello è un obiettivo che mi sono posto. Mi aspetto che vinca un partito alle elezioni perché quello sicuramente farà il bene del paese. Mi aspetto questo, perché credo quello…IMMAGINAZIONE!? VISIONE?! PREFIGURAZIONE!? REALTA’?! O ASTRAZIONE?! L’aspettativa è REALE? Bisognerebbe anche chiedersi in cosa PREFIGURARSI qualcosa si differenzia dal nutrire un’ASPETTATIVA! Allontanarsi dalla realtà è molto pericoloso. Spesso lo diventa ancora di più quando non ci si rende conto di farlo. Allora, discernere e vedere semplicemente che si è entrati nel mondo del gioco non è più possibile: la realtà viene scambiata per il gioco reale che si sta giocando. E’ il gioco ad essere REALE, ma il gioco non è la REALTA’, per quanto possa dare origine a sentimenti reali!
Eppure non lo abbiamo ancora capito e ci facciamo del male scegliendo la delusione… Perché l’uomo ha sempre bisogno di qualcosa di esterno e di irreale? O meglio di qualcosa che crede esterno a sé stesso e che è illusorio? Perché l’uomo si crea delle aspettative? Perché l’uomo sceglie di vivere nell’illusione? Fa troppo male avere il coraggio di togliere il Velo di Maya (il velo dell’illusione) da questo mondo? Oppure c’è dell’altro?
Tante altre sono le domande che mi pongo, perché come ognuno di voi che state leggendo, se sono qui non è a caso! Quali sono i meccanismi che ci portano a scegliere la delusione? Quali sono i meccanismi dell’infelicità? Già perché mi è venuto in mente il collegamento di alcuni concetti che alimentano un circolo vizioso: infelicità, illusione, aspettative, riscontro con la realtà, delusione, infelicità… L’illusione deriva dall’infelicità; provate a pensarci. L’illusione poi nutre e si nutre di aspettative le quali, nel momento in cui si interfacciano con la realtà vengono deluse. E questo conduce ad altra infelicità.
Ora, che questo meccanismo sia stato assunto da tutti noi sin dall’infanzia senza esser verificato, è ovvio. Ma ci deve essere dell’altro! E’ vero, il Sistema della nostra società è stato creato a tavolino per renderci sempre più stupidi, controllabili e dipendenti, in una parola schiavi! Nel sistema il controllo è tutto, come recita una pubblicità! Vedete?! O meglio, sentite?! Tuttavia, non credete che ci sia e ci debba essere dell’altro?! O per voi l’uomo è semplicemente nato per servire la Natura ed essere un lupo per gli altri uomini?!
Qui ho notato che la dinamica dell’aspettativa è simile a quella della schiavitù: l’aspettativa crea un vincolo, un legame con la propria illusione, il quale non permette di vedere altro (ovvero la realtà più ampia). L’aspettativa assume lo stesso ruolo che la catena ha per lo schiavo! Lo tiene legato a ciò che crede di sé stesso, del mondo e della vita! Attenzione allora, perché in tal modo si produce stagnazione, stasi, intorpidimento dei sensi, atrofizzazione e…MORTE! Morte di chi? Morte di cosa? Morte della vita… è la mia risposta.
La guerra che si sta combattendo è prima di tutto interiore: se decidiamo di armonizzare le parti che si trovano al nostro interno, i nostri Io, forse ne scaturirà del buono. Ma tutto dipende da noi…e nell’agire scevri da aspettative! Perché non è morto ciò che può vivere in eterno, e in strani eoni anche la morte può morire (questa è una frase del fantastico H.P. Lovecraft, non potevo esimermi dal citarlo!).
Buone riflessioni e buone azioni, Guerrieri della Vita!