Tag
aspirazioni, buddhismo, desiderio, dipendenza, felicità, illusione, infelicità, pianeta-prigione, realizzazione, ribellione, semplicità, sistema, soddisfazione, sogni, terra, terricolo, vita vera
Buon giorno a tutti!
L’uomo, si sa, è quella creatura tanto decantata per il fatto di essere eternamente insoddisfatta da essere praticamente irripetibile per questa sua caratteristica psichica un po’ strana che lo conduce inevitabilmente all’infelicità; dopo la realizzazione o soddisfazione di un desiderio si butta a capofitto sul desiderio successivo, chiedendo e chiedendosi sempre di più… Il risultato? A mio parere una domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi! E cioè: cosa resta dopo la soddisfazione di quel tanto agognato desiderio?
Che sia il desiderio il problema? A tal proposito è doveroso ricordare che una tale questione è già stata sollevata dal buddhismo, il quale identifica nel desiderio il procedere di ogni pena umana (dal dolore, all’afflizione e a tutti gli altri sinonimi che fanno capo al disagio e al malessere sperimentati dagli esseri umani). Il desiderio, nella sua accezione di “brama”, “smània”, e soprattutto attaccamento ad un qualcosa che non si ha ma che si vorrebbe, costituisce forse per l’uomo l’illusione di poter essere felice una volta che questi abbia raggiunto ciò da lui tanto agognato. Ma le cose stanno davvero in questo modo? O forse sarebbe opportuno focalizzarsi anche su quale stato emotivo accompagna i nostri desideri, nonchè la fonte dalla quale sgorgano?
Personalmente credo che non vi sia nulla di male nel desiderare, di per sè. Il punto è che noi esseri umani non desideriamo mai in maniera semplice! Mi spiego: il desiderio fine a se stesso non esiste se non per i bisogni primari quali: mangiare, bere, dormire e respirare, i quali ciclicamente si ripresentano. Quando respiro per rimanere in vita, e quindi per il solo fine di respirare, ho risposto ad un mio desiderio primario ed essenziale; in questo non può esservi dolore. Quando bevo (acqua) per il solo bisogno di dissetarmi, pur sapendo che a distanza di qualche ora il mio corpo reclamerà ancora acqua, non provo dolore per questo, ma sto nel momento consapevole che quel bisogno vitale mi serve per sopravvivere. Il problema a parer mio si presenta quando dal dissetarmi passo al diventare alcolizzato; e cioè passare da un bisogno vitale ad un bisogno indotto che viene interiorizzato con l’illusione di essere vitale. Ed il passo è più automatico di quel che si pensi… Un desiderio che non è più fine a sè stesso viene riassunto in una famosa quanto infelice frase: “bere per dimenticare”! Bere, ed in questo caso non si tratta certo di acqua, ci porta a desiderare l’effetto che questa azione comporta e a volerne sempre di più. L’illusione consiste nel dimenticare (che cosa puoi voler dimenticare, se non la tua vita non vissuta, povero terricolo?!); è mai possibile che non si beva solo per bere, o per rispondere ad un bisogno di sete del corpo? No, perchè dopo aver abituato il corpo a queste aberranti dinamiche psichiche del “bere per dimenticare” ci convinciamo che l’alcol anestetizzi per un momento i nostri sensi dalla vita, rappresenti un cuscino morbido sul quale dormire sogni tranquilli. E quando non c’è facciamo i capricci, sino a convincerci di non poterne più fare a meno!
Tuttavia l’esempio del bere può essere applicato a tantissimi altri desideri: il desiderio di avere una bella macchina ad esempio, perchè la macchina è uno status-symbol del benessere economico che una persona, potendosela permettere, fa vedere agli altri chi è e dove può arrivare… Il desiderio di viaggiare, il desiderio di restare sempre giovani e tonici sfidando, nell’illusione di potersene far beffa, la forza di gravità e le millenarie leggi universali che da sempre e per sempre ci accompagnano pazientemente e ciclicamente alla nascita-crescita-degradazione-morte. Perchè l’uomo terricolo (per chi legge per la prima volta questo termine chiarisco che con esso identifico la massa di persone che, tra gli esseri umani, non si distingue perchè, come tutti gli altri dello stesso gruppo è attaccata ai bisogni che questa terra gli induce, senza riuscire a vedere e a voler scorgere più in là di quanto viene posto ad essa dinanzi agli occhi), ebbene l’uomo terricolo vuole solo starsene tranquillo nelle menzogne che la società gli propina. Vuole avere la sicurezza economica, affettiva, senza però fare i conti con la vita vera, la quale di sicurezza non prevede nemmeno l’ombra! Il terricolo vuole viaggiare chissà dove, magari (e ciò avviene spesso) per scappare da se stesso, e quando finalmente quel se stesso incazzato gli si para innanzi a batter cassa, il fuggitivo cerca un altro posto dove andare per evadere dalla morsa della propria coscienza ignorata, non vissuta e che non ha nemmeno intenzione di vivere. L’uomo terricolo vuole soddisfarsi in questo modo, e cioè in un modo che è pieno di bisogni indotti dalla società, che fomenta illusione dopo illusione, che alimenta un gioco malato che imprigiona sempre più l’uomo sino a risucchiargli il germe dell’anima che egli stesso non si è concesso di vivere…
E’ questo che volete per voi stessi? Divenire dei terricoli eternamente insoddisfatti e inseguire ciecamente e perennemente bisogni che non sono vostri perchè sottostate ad un gioco che vi dà l’illusione di sicurezza e felicità? Eppure quante persone sento e vedo che si accontentano dell’illusione della felicità… Quanta gente ha come unico scopo quella di diventare un terricolo a tutti gli effetti, illudendosi che imprigionandosi sempre di più nelle meccaniche materiali sia la libertà, semplicemente per il fatto che non riesce più a distinguere il vero dal falso, il bianco dal nero, il bene dal male!
Del resto è soprattutto una questione di mentalità: come avete educato la vostra mente, essa agirà di conseguenza. Non può che essere altrimenti.
Cosa resta dunque dopo la soddisfazione? Nulla, se non la dipendenza dal sistema! Perchè è solo cambiando modo di ragionare, solo ribellandosi al pensiero comune e appiattito, solo uscendo dal livellamento sociale di chi ti dice che per stare bene devi essere in un certo modo purchè tu spenda (soldi, energie, tempo, vita) non per te stesso, ma per gli altri (il punto è che l’illusione funziona facendoti vedere esattamente il contrario della realtà), solo in questa ottica che ribalta il mondo là fuori che possiamo sperare di poter essere di più che dei terricoli che sopravvivono in un mondo e che vengono tenuti in vita da strane energie che si alimentano a loro discapito.
Spero che oggi le mie parole vi diano una diversa prospettiva su cui vedere il posto dove vivete, senza pretese.
Alla prossima, buona giornata!